chirurgia della colonna
La chirurgia vertebrale affronta tutte le problematiche cliniche legate alle numerose patologie infiammatorie, degenerative, traumatiche e neoplastiche che coinvolgono la colonna vertebrale, avvalendosi delle più moderne metodiche chirurgiche e possibilità d'intervento.
principali patologie trattate
Con il termine cifosi si indica la curvatura della parte alta della colonna vertebrale in senso antero-posteriore e a concavità anteriore: quella modificazione a carico della schiena, cioè, comunemente conosciuta come “gobba”. Un leggero grado di curvatura della parte alta della schiena è fisiologico, ma il termine cifosi di solito viene utilizzato per indicare una curvatura eccessiva.
Quali sono le cause della cifosi?
La cifosi si verifica quando le vertebre nella parte superiore della schiena diventano più schiacciate tra loro. Le cifosi possono essere congenite (dovute a malformazioni delle vertebre) o acquisite (come conseguenza, ad esempio, di processi patologici tra cui rachitismo, tumori, lesioni ossee vertebrali o dei muscoli paravertebrali).
Tra le cause acquisite si evidenziano:
- l’osteoporosi: l’indebolimento del tessuto osseo può facilitare lo schiacciamento delle vertebre;
- la degenerazione dei dischi intervertebrali, le strutture che fungono da cuscinetti tra una vertebra e l’altra (che può essere dovuta all’età, ma anche a cause traumatiche);
- la presenza di tumori alla colonna vertebrale;
- trattamenti anti-tumorali che possono indebolire il tessuto osseo della colonna vertebrale;
- la reiterazione di difetti posturali: una curvatura eccessiva nella parte superiore della colonna vertebrale può essere causata anche da difetti posturali (comune negli adolescenti).
Tra le cause congenite si evidenzia la malattia di Scheuermann o cifosi osteocondrosica: malattia che esordisce in età adolescenziale caratterizzata dallo schiacciamento di almeno tre vertebre vicine e accompagnata talvolta da dolore localizzato al tratto dorsale o dorsolombare.
Quali sono i sintomi della cifosi?
Oltre a una eccessiva curvatura in avanti della parte superiore della colonna vertebrale, la cifosi può anche causare mal di schiena. Nei casi più gravi la cifosi può coinvolgere i polmoni, i nervi e altri tessuti e organi, provocando dolore e altre problematiche di vario tipo.
La scoliosi è una deviazione anomala della colonna vertebrale, si manifesta con un’inflessione laterale e una rotazione delle vertebre. Se il paziente flette il busto in avanti, osservandolo di fronte e da dietro saranno inoltre visibili i gibbi, le sporgenze causate dalla curvatura.
Quali sono le cause della scoliosi?
Le cause della scoliosi non sono ancora note, ma sembra possa esserci una componente ereditaria. Nella minoranza dei pazienti la scoliosi può essere dovuta a condizioni neuromuscolari, malattie genetiche, malformazioni congenite alla colonna vertebrale.
La scoliosi va infatti distinta dall’atteggiamento scoliotico: il paziente affetto da scoliosi non può correggere la deviazione volontariamente, l’atteggiamento scoliotico invece è dovuto a posture scorrette e non si manifesta con la rotazione vertebrale né con la presenza del gibbo.
Quali sono i sintomi della scoliosi?
I sintomi più comuni con cui si manifesta la scoliosi sono:
- spalle non allineate
- scapole dalla prominenza differente
- fianchi irregolari
- un’anca più alta dell’altra
I dischi intervertebrali sono dei cuscinetti che garantiscono il sostegno e i movimenti naturali alla colonna vertebrale. Questi dischi impediscono ai corpi vertebrali di entrare in contatto, preservando le vertebre dall’artrosi. Sono composti da una parte interna gommosa più morbida, il nucleo polposo, e da una parte esterna fibrosa e dura, l’anulus.
L’ernia del disco si verifica quando il materiale gelatinoso fuoriesce dai dischi in seguito alla rottura della parte esterna. Questa condizione causa la compressione e l’irritazione dei nervi spinali che circondano la colonna, determinando un dolore spesso insopportabile, con o senza movimento, a livello della schiena e delle gambe.
Quali sono le cause dell’ernia del disco?
L’ernia del disco è il risultato di una graduale usura degli elementi della colonna vertebrale, dovuta all’età, all’invecchiamento, ai lavori e professioni pesanti. Con il tempo i dischi intervertebrali perdono il loro contenuto acquoso e le loro preziose fibre: questo ne determina una minore resistenza e flessibilità.
Le cause traumatiche o violente che possono determinare un’ernia sono:
- attività sportiva intensa (sollevamento pesi)
- trasporto di oggetti pesanti
- movimenti improvvisi come scatti e torsioni eccessive
- cadute sulla schiena.
Quali sono i sintomi dell’ernia del disco?
L’ernia del disco non è sempre necessariamente dolorosa. I sintomi variano a seconda dell’età, delle dimensioni, e della localizzazione dell’ernia. In generale includono:
- Dolore, spesso molto intenso e tale da non permettere nessun movimento o sforzo. Può verificarsi a carico delle gambe o delle braccia a seconda del punto di rottura del disco, rispettivamente nella parte finale della colonna (lombare) o iniziale (cervicale).
- Intorpidimento e formicolìo, caratterizzati da una sensazione di risposta debole o assente degli arti o di un fastidio.
- Debolezza, che determina difficoltà a muoversi o ad afferrare oggetti.
- In alcuni casi l’infiammazione dei nervi, generalmente nella parte lombare della schiena, può interferire con il funzionamento della vescica o dell’intestino.
Quando avviene una rottura nella zona della colonna si parla di crollo vertebrale.
Il crollo vertebrale da osteoporosi avviene per cedimento della struttura ossea troppo debole e può essere causato da una torsione del busto sbagliata o da un semplice colpo di tosse o starnuto.
Non sempre ci si riesce ad accorgere del crollo: vi sono casi in cui avviene senza che il soggetto se ne renda conto, per percepire solo dopo diverso tempo dei dolori alla schiena che fanno emergere i sospetti. Nella maggior parte dei casi tuttavia il crollo vertebrale non lascia spazio a dubbi: provoca un rumore secco e forte ed un dolore acuto nella zona della frattura.
Il dolore intenso dura generalmente per qualche giorno e si fa particolarmente forte in posizione eretta o seduta.
Passata la fase di dolore acuto, persiste comunque il fastidio alla schiena per circa 30-40 giorni a causa dell’attività di ricomposizione dell’osso fratturato.
In molti casi il crollo vertebrale provoca inoltre incurvatura e disallineamenti della colonna che, associati al dolore, possono essere un chiaro segno di cedimento a causa dell’osteoporosi.
Un gran numero di persone lamenta dolori al collo (cervicalgia). Gran parte di queste sofferenze sono causate da posizioni scorrette durante il lavoro, nel sonno, alla guida, o sono conseguenza di incidenti che hanno alterato la delicata struttura della colonna vertebrale. In alcuni casi possono essere conseguenza, spesso temporanea, di interventi chirurgici sulle delicate strutture anatomiche che sono localizzate nel collo. Nello spazio limitato del collo, si trovano a stretto contatto numerosi organi e strutture: lo attraversano, infatti, fondamentali vasi sanguigni ed elementi del sistema nervoso, come l’arteria carotide comune, la vena giugulare, il nervo vago, numerosi muscoli, il primo tratto degli apparati respiratorio e digerente ed è sede della tiroide e delle paratiroidi. Le prime due vertebre cervicali hanno particolarità anatomiche che permettono alla testa una grande mobilità
La cervicalgia non deve essere sottovalutata e quando se ne è afflitti è opportuno rivolgersi al medico per escludere la presenza di patologie di maggiore gravità. Il collo ha possibilità di escursione molto estese e rappresenta uno dei complessi articolari più delicati del corpo.
Quali sono le cause della cervicalgia?
La cervicalgia si sviluppa a causa di uno stress meccanico esagerato e non corretto, che si indirizza a livello delle vertebre, dei dischi intervertebrali, dei legamenti e dei muscoli. Questo stress può avvenire in maniera brusca e improvvisa, per esempio in seguito a un colpo di frusta dopo un incidente stradale, o può essere dovuto a sovraccarichi articolari prolungati nel tempo, provocati per esempio da una postura non corretta o dal mantenimento di particolari posizioni durante l’attività lavorativa. Il dolore può svilupparsi anche in conseguenza di processi degenerativi tra cui si annoverano la degenerazione dei dischi intervertebrali e l’artrosi delle vertebre. Spesso queste cause sono concatenate tra loro.
Quando il dolore cervicale è più severo potrebbe essere provocato da ernie discali, che possono comprimere le radici nervose.
Più raramente, alla base della cervicalgia si riconoscono alcune problematiche infettive, vascolari, tumorali, neurologiche o reumatologiche. In questi casi, tuttavia, il dolore cervicale non è il principale sintomo e il percorso diagnostico è spesso evidente da altre manifestazioni cliniche.
Quali sono i sintomi della cervicalgia?
La cervicalgia si manifesta come un dolore localizzato al collo, prevalentemente sulla parte posteriore, che si può irradiare lungo la muscolatura della colonna dorsale e delle spalle e, nei casi più severi, lungo le braccia.
Lombalgia, dorsalgia o ancora dorsolombalgia sono sinonimi di “mal di schiena”. Identificano un dolore che è localizzato alla zona del dorso o dei lombi. Si parla invece di lombosciatalgia quando il dolore si irradia ad una parte o a tutta la gamba per un interessamento del nervo sciatico, di solito a causa di un’ernia del disco. L’80% della popolazione mondiale, uomini e donne, ha nel corso della sua vita almeno due gravi episodi di mal di schiena, più o meno invalidanti. Ne soffrono circa 15 milioni di italiani.
Quali sono le cause della cervicalgia?
Molti sono i fattori che possono scatenare una lombalgia: innanzitutto le attività lavorative particolarmente pesanti o caratterizzate da una postura che predispone al mal di schiena, ma anche le attività sportive e, per i bambini, gli zaini scolastici, che hanno assunto ormai dimensioni e pesi sproporzionati per le loro schiene.
La lombosciatalgia è un dolore che interessa il tratto lombare della colonna vertebrale e che si irradia a uno o a entrambi gli arti inferiori. Il dolore è avvertito come intenso, penetrante, solitamente simile a un forte crampo (crampiforme), e si distribuisce lungo il territorio di innervazione di una o più radici nervose.
Il meccanismo di insorgenza del dolore è da attribuire all’infiammazione di una o più radici spinali lombo-sacrali conseguente alla compressione meccanica delle stesse.
Quali sono le cause della lombosciatalgia?
La causa più frequente di lombosciatalgia è l’ernia del disco intervertebrale, ovvero la rottura parziale di un disco con fuoriuscita della sua porzione centrale (nucleo polposo) nel canale spinale, a diretto contatto con una o più radici nervose.
I soggetti fumatori e obesi sono considerati soggetti a maggior rischio di sviluppo di lombosciatalgia. La lombosciatalgia infatti per lo più affligge soggetti con stili di vita non idonei o che svolgono attività lavorative pesanti, in cui si effettuano sollevamenti di pesi e si mantengono posture scorrette per periodi prolungati (lavori fisicamente impegnativi), che incidono soprattutto sulla parte lombare della schiena.
Inoltre, attività sportive che causano continui microtraumatismi favoriscono la rottura dei dischi intervertebrali e l’espulsione di frammenti erniari che possono comprimere le radici spinali e provocare la comparsa dei disturbi.
Ma anche la vita sedentaria, favorendo la riduzione del tono della muscolatura del dorso e dell’addome, determina conseguentemente l’assunzione di posture scorrette che accelerano il consumo degli elementi costitutivi della colonna vertebrale (malattia degenerativa).
Quali sono i sintomi della lombosciatalgia?
Le manifestazioni cliniche della lombosciatalgia sono caratterizzate da dolore intenso che solitamente aumenta con i movimenti del busto, con la posizione seduta, con la tosse e gli starnuti, da alterazione della sensibilità cutanea, spesso accompagnata dalla presenza di formicolii o sensazioni improvvise di caldo/freddo.
Il dolore della lombosciatalgia è di origine nervosa (dolore neuropatico), viene avvertito come una sensazione di bruciore (urente) o simile a un forte crampo (crampiforme), che si distribuisce su una zona abbastanza precisa a partire dal gluteo e irradiata alla coscia, alla gamba e al piede. Può interessare uno o entrambi gli arti inferiori.
Nei casi più gravi possono comparire deficit muscolari o disturbi sfinterici con incontinenza o ritenzione urinaria e/o fecale (sindrome della cauda).
Quando parliamo di Lombocruralgia o Cruralgia intendiamo un dolore che si irradia lungo il decorso del nervo crurale (o femorale) caratterizzato e chiamato così proprio perchè interessa la parte anteriore della coscia per arrivare fino alla porzione interna della gamba, con o senza lombalgia.
Prima di andare ad analizzare nel dettaglio la patologia, cerchiamo di capire qualche dettaglio in più sulle strutture coinvolte.
Il nervo femorale è il ramo principale del plesso lombare, che origina a livello delle radici nervose L2-L3, L3-L4 del midollo spinale, passa attraverso le fibre del muscolo psoas, passando sotto il legamento inguinale fino alla coscia e termina all’estremità prossimale del ginocchio.
È un nervo misto perché fornisce mobilità nella parte anteriore della coscia (flessori dell’anca ed estensori del ginocchio) e sensibilità al ginocchio, all’interno della gamba e al livello anteromediale della coscia del piede.
Molte persone con i sintomi della cruralgia possono erroneamente pensare di “avere la sciatica”, che può presentare delle cause in comune anche se va a coinvolgere zone diverse.
Differente, infatti, è la localizzazione dei sintomi, proprio perché nel caso della sciatica il dolore si irradia lungo il percorso del nervo sciatico (radici L4-L5), quindi fondamentalmente otteniamo sintomi.
Quali sono i sintomi della lumbocruralgia?
Dopo aver fatto una panoramica sulle strutture che coinvolgono questo tipo di condizione e le cause possiamo ora alla domanda: quali sono i sintomi della lombocruralgia?
Visti i miei sintomi ho probabilmente una lombocruralgia?
Innanzitutto, in presenza di sintomi, è bene considerare l’eventualità di farsi valutare da un professionista competente come potrebbe essere il medico di base o il fisioterapista specializzato in riabilitazione di disordini muscoloscheletrici.
Generalmente, un paziente con lombocruralgia potrebbe riferire:
- Dolore di tipo “bruciante”, descritto come una scossa elettrica o una stilettata, che può partire a livello lombare, passa dal lato esterno del gluteo e può irradiarsi a livello anteriore e interno della coscia.
- Il dolore può scendere lungo la gamba, medialmente, fino a raggiungere la parte interna del piede.
- sensazione di formicolio e intorpidimento
- Potrebbe esserci la perdità o la riduzione di forza (andare subito dal medico!)
- Riduzione o cambiamenti nella sensibilità
La spondilolistesi è una condizione patologica che interessa la colonna vertebrale, caratterizzata da un lento e progressivo spostamento in avanti o indietro di una vertebra rispetto a quella sottostante. Le vertebre presentano quindi un certo grado di micro-instabilità che impedisce la loro normale funzione e in alcuni casi determina dolore. Le vertebre maggiormente colpite da questa condizione sono quelle lombari inferiori, soprattutto la quarta e la quinta lombare (L4 e L5) e la prima vertebra sacrale (S1).
Quali sono le cause della spondilolistesi?
Diverse sono le cause che possono dare origine a questo disturbo a carico della colonna vertebrale:
- presenza di precedente spondilolisi (rottura dell’arco posteriore della vertebra – si parla in questo caso di spondilolistesi istmica);
- deterioramento e degenerazione della vertebra e del suo disco;
- traumi a carico della colonna vertebrale;
- infezioni (morbo di Pott, chiamato anche spondilite tubercolare o tubercolosi vertebrale).
Quali sono i sintomi della spondilolistesi?
La sintomatologia è proporzionata all’entità dello scivolamento vertebrale e si manifesta tipicamente con dolore lombare persistente o episodico, con irradiazione saltuaria alle gambe. Il dolore della spondilolistesi può essere aggravato dallo stare in piedi per lungo tempo e con gli sforzi fisici. Nei casi più gravi può diventare cronico ed essere accompagnato dal dolore tipico della sciatica.
Al fianco della chirurgia tradizionale quando più indicata, il sistema robotico supporta Dott. Giovani Casero e il team dei chirurghi per migliorare ulteriormente l’accuratezza e sicurezza degli interventi con benefici importanti per il percorso di cura dei pazienti che, affidandosi all’esperienza dei professionisti e alla più avanzata tecnologia, hanno accesso ad una chirurgia mininvasiva a ridotto rischio di complicanze post operatorie e di re-intervento, con un più rapido ritorno alla vita quotidiana, anche da giovani.
Nel caso in cui una persona subisca un infortunio durante l’esercizio fisico, la partecipazione ad uno sport o durante qualsiasi tipo di attività fisica, uno specialista di medicina sportiva potrebbe consigliare, a seconda della gravità dell’infortunio, di effettuare un consulto presso un chirurgo ortopedico al fine di ricevere un trattamento adeguato. L’intervento chirurgico di norma rappresenta l’ultima opzione a disposizione per gli sportivi dilettanti, mentre è più frequente tra gli atleti professionisti. Le probabilità di un intervento aumentano in caso di lesione grave oppure se questa è il risultato di sintomi persistenti che non hanno risposto ad altri trattamenti prima dell’operazione.